Sappiamo come funziona la nostra caldaia?

Ci sono invenzioni che, allo stesso tempo, subiscono lunghissimi processi di evoluzione nel corso dei secoli e rimangono praticamente immutate nei loro aspetti più essenziali e fondamentali, forse a testimonianza della genialità dell’idea originale.

Oggi, ad esempio, usiamo tutti per scaldare le nostre case una caldaia a camera stagna, e neppure forse ricordiamo quando i sistemi impiegati erano ben più empirici; eppure la caldaia stessa ha visto grandi mutamenti nel suo funzionamento, se pensiamo che era dapprima rigidamente alimentata a legna, che poi per più di un secolo è stata costruita per funzionare a carbone, e che oggi i suoi bruciatori invece sono basati su un combustibile liquido iniettato nella camera di combustione insieme all’aria. Eppure, come dicevamo, le sue parti fondamentali non sono in fondo cambiate né per struttura né per funzione:

– il focolare, che come dicevamo oggi prende il nome di bruciatore: qui nasce l’energia termica che dà vita a tutto il sistema, sotto forma di una fiamma che va a riscaldare quanto contenuto nella caldaia, ossia l’acqua che circolerà nei nostri radiatori. Il riscaldamento avviene per conduzione, in quanto i fumi della combustione trasportano parte del calore, ma anche per diretto irraggiamento.

– la camera di combustione, che è la cella all’interno della quale viene posto il bruciatore. Questa parte ha visto le maggiori modifiche nel corso degli anni, dato che il suo aspetto dipende dal combustibile bruciato; un tempo, ad esempio, conteneva una camera per l’accumulo delle ceneri, necessaria quando si bruciano legno e carbone.

– il camino, che rappresenta la fondamentale misura contro l’intossicazione di chi abita gli ambienti riscaldati. Attraverso questo tubo che conduce all’esterno, infatti, vengono convogliati ed espulsi tutti gli elementi prodotti dalla combustione, come il fumo e le ceneri, che potrebbero rivelarsi tossici per gli esseri umani.